Ho fatto in tempo a realizzare qualche sogno, qualche progetto campato un po' per aria. Ho fatto in tempo a vivere ogni momento al meglio a non perdere ogni frammento. Mi sono rilassato, divertito, ho visto e fermato immagini. Mi sono fermato a pensare.
A camminare guardando in su passerei le mie ore una dopo l'altra per godermi meglio il giorno qualunque cesso sia con le luci accese giorno e notte. In mezzo a gente che non conosco che potrei conoscere che forse ho sfiorato in un altro giorno come questo.
Ho bisogno di osservare dall'alto un po' nascosto in un luogo in mezzo al mondo in alto sopra tutti e tutto coi colori i suoni le voci che qui sembrano lontane.
Ti invidio la curiosità che hai verso il mondo che ti circonda che si muove forse troppo veloce. La fatica è tenere sempre il ritmo giusto. E tieniti forte la forza che hai, la gioia e la curiosità.
Accendo le luci, le appendo in alto, più in alto, che si vedano anche da lontano, dall'alto, dal basso che c'è bisogno di un riflesso, un colore. È solo luce.
Le luci accese somigliano a tanti occhi curiosi Che osservano il cambio d'abito veloce della città che cambia che muta che lavora che filma. Le luci della sera, una dopo l'altra.
A volte sembra d'essere soli, solo un po'... eppure al mattino è quello che ci vuole, che mi fa star bene. Camminare solo in uno spazio solitamente pieno di persone. Ecco, quell'ora prima, di accendere le luci, di aprire la porta, è tutto mio. E vi passeggio dentro, nel silenzio.
Alcune volte basta un po' di dolcezza, lo zucchero, le uova, la farina, frutta, latte, tutto a piacimento, senza ricette già scritte. Un po' di dolcezza, morbidezza, gola e gusto. Ogni tanto serve, ne sentiamo il bisogno per stare bene. Panna e frutta, la morbidezza e il gusto, coccole che forse adesso sono troppo nascoste. Una torta, ecco. Tutto passa.
La mattina che non vuoi cominciare che i pensieri arrivano tutti insieme e tutti veloci. Tutti che fanno male a scale differenti. Mi serve qualcosa, qualcosa di piccolo che mi faccia star bene. Un posto di tranquillità, un caffè, due amici. La mattina che non vuol cominciare, adesso si...
Accendo le luci tolgo il buio dagli angoli di casa. Luci calde, morbide. Luci che mi stanno addosso come un abito leggero che indosso per star bene. Luci soffuse che mi fanno compagnia.
È sempre un gioco di specchi di riflessi e luci e ricordi che se ne vanno ormai lontani. Un gioco di luci e specchi lampadine accese e poi spente. E sprechi.
Le luci là in fondo sull'orizzonte da dove le guardi sembrano più belle. Le luci stesse entrano ed escono dalla finestra. Intermittenti. Intermittenti illuminano stanze, cose. Forse un faro... un vecchio albergo, un vecchio lampione forse. Solo e stanco ormai. È tutto fermo come in un presepe allestito tutto l'anno. Uno di quelli che si osserva un po' da terra un po' dal mare.
"Passa solo un refolo di vento leggero, sottile, entra nello scatto, nello specchio d'acqua. Fotografo il cielo sulla botte, specchio di una giornata."
Lo aspetto, da sempre. Davanti la finestra, osservo. Aria calda e aria fredda, il vento ... Cambiano le luci, i rumori, cambiano le sensazioni, le paure eppure ... eppure è difficile starci lontano, aspettare quell'attimo in cui la sera più buia si illumina a giorno.
La sera certo, quel momento in cui tutto si spegne, esco di nuovo sotto il cielo buio. Massì, guardo in alto che di luce ce n'è forse di più che qui sotto. La sera certo, quella che mi aspettavo, quella che mi aspetta.
È quel profumo così, così profumato e pungente. Spezie, limone o cannella magari. Profumo di estate, di orti sotto casa, di pomodori e mozzarella, di casa. Il profumo dolce e pungente dell'estate.
La notte è una notte placida. Un angolo silenzioso Dove anche l'acqua scorre e scorre piano. All'improvviso non c'è più nulla solo il silenzio, i riflessi di luce che si mescolano, l'acqua. È notte.
L'occhio che guarda lo sguardo che fugge una lacrima che scende il tempo da scordare ricordi che vanno e vengono bianco e nero l'essenza in una lacrima.
Meglio guardare sempre un po' più su, cercare una nuvola cui dare una forma è una immagine, l'angolo più azzurro del cielo, quello coi colori che sembrano rubati.
Quell'istante prima di partire, quello in cui tutti i pensieri si concentrano assieme. Quello in cui sei solo che aspetti il tuo treno, per iniziare il nuovo viaggio.
C'è tutto per fare bene C'è tutto per stare bene come una volta come quando era tutto meno precario come prima di adesso che di tutto qualcosa deve sempre rimanere. C'è tutto per staccare spina e testa C'è il sole ma più del caldo regala la giusta luce al nostro tavolo.
Cerco la tranquillità dell'acqua, il suo scorre lento e sicuro, lento e sicuro. Anche se il tempo attorno cambia argini, profili. Cerco la tranquillità dell'acqua, un riflesso, il sole.
Osservo, guardo. Come sentinella del nostro castello. Osservo, studio. Guardo riflessi, correnti, rami portati dal tempo ancora prima della corrente. Difendo, vite, sorrisi, castelli che hanno fondamenta, giorni, vita. Osservo, con il passare del tempo.
Servono poche cose in fondo. L'idea, una a caso. Un po' di tempo, poco dopotutto. La matita che segue la mano. Colonveloci su carta, cartoncino, buoni per fissare l'idea, l'immagine che ne esce. Servono poche cose.
Milano è una foto appena arrivi, il mattino con il cielo terso il Duomo che dorme ancora. Uno scatto e una telefonata. Una mattina d'estate che il caldo è pesante, la metro che passa, una foto da mandare appena prima di cominciare. Milano è la tua città, quella che vorresti anche qui.
Da qui guardo verso il mare (Un po' lontano ma a portata di mano) guardo il mondo con occhi diversi come un bambino finalmente cresciuto Cerco di capire qual'è il giro del vento attorno a me che da qui riesco a sentire l'aria del mare che profuma di ricordi... Ricordo vecchi pontili e strani gabbiani e cerco piedi nuovi con cui attraversarli... da qui arriva tutta l'eco di quelli che è stato e che so che non torna... Porta il mare di bassa stagione quando basso è anche il sole e uno scatto che ferma un'immagine...