Perché scrivo
Perché si scrive?
Per fermare qualcosa; pensieri, storie, ricordi, risate e lacrime.
Per fermare tutte insieme le cose belle e le cose brutte che ti sono accadute. Anche quelle a cui sei andato incontro a braccia aperte.
Quasi come durante un attacco improvviso di bulimia di affetti.
Come non averne abbastanza, cercarli in maniera ossessiva nelle persone che per un motivo o per l'altro sono entrate a far parte della tua vita.
Non solo nelle persone, addirittura nelle cose, oggetti inanimati con una vita loro che riportano sempre ad un affetto, un sentimento.
E allora ecco la scrittura.
Che sei convinto possa sempre salvarti, da qualsiasi situazione o stato d'animo, come fosse lo scudo di un supereroe.
Anche se può essere una trappola, l'arma a doppio taglio che ti porta lontano dai sentimenti che provi perché possono esserci impresse sopra, a quello che hai scritto, date che non combaciano.
E scrivi di più, per dire meglio quello che provi, che in fondo non fai del male proprio a nessuno.
E come in un attacco più forte la tua bulimia di parole partorisce frasi, storie, perfino racconti che poi lasci liberi chiusi in una rete, nella rete.
A te piace scrivere, la risposta al perché lo fai è la più semplice.
Per il semplice piacere di farlo.
Mettere una parola dopo l'altra, in fila come bambini a scuola, ordinate.
Persino profumate, perché ogni parola ha un profumo diverso e tutte insieme hanno il profumo del bouquet della mia vita.
Scrivere magari per inventare una vita da indossare, tagliata su misura per la tua bulimia, come un vestito di sartoria.
Magari il pensiero scritto è perfetto per te, per lei, per chi lo legge distratto ma per altri è qualcosa che non si capisce, che va spiegato.
E quest'ultimo aspetto a volte ha fatto male, perché le parole fanno sempre male, specie se devono colpire e affondare.
Perché scrivo, io?
Perché mi piace tenere tutti insieme i miei ricordi, belli, brutti, quelli divertenti e quelli che provocano ancora oggi i crampi allo stomaco.
Ecco perché.
Sono io così, un po' coi piedi per terra, tanto, tantissimo coi pensieri in volo, perché in fondo è un volo ed un sogno anche la vita.
Scrivo adesso, ancora di più per fare vedere a chi non c'è che posso fare qualcosa di utile, qualcosa che agli altri può fare bene, persino piacere così, solo per scrivere e stare bene.
Scrivo, per stare bene.
Per fermare qualcosa; pensieri, storie, ricordi, risate e lacrime.
Per fermare tutte insieme le cose belle e le cose brutte che ti sono accadute. Anche quelle a cui sei andato incontro a braccia aperte.
Quasi come durante un attacco improvviso di bulimia di affetti.
Come non averne abbastanza, cercarli in maniera ossessiva nelle persone che per un motivo o per l'altro sono entrate a far parte della tua vita.
Non solo nelle persone, addirittura nelle cose, oggetti inanimati con una vita loro che riportano sempre ad un affetto, un sentimento.
E allora ecco la scrittura.
Che sei convinto possa sempre salvarti, da qualsiasi situazione o stato d'animo, come fosse lo scudo di un supereroe.
Anche se può essere una trappola, l'arma a doppio taglio che ti porta lontano dai sentimenti che provi perché possono esserci impresse sopra, a quello che hai scritto, date che non combaciano.
E scrivi di più, per dire meglio quello che provi, che in fondo non fai del male proprio a nessuno.
E come in un attacco più forte la tua bulimia di parole partorisce frasi, storie, perfino racconti che poi lasci liberi chiusi in una rete, nella rete.
A te piace scrivere, la risposta al perché lo fai è la più semplice.
Per il semplice piacere di farlo.
Mettere una parola dopo l'altra, in fila come bambini a scuola, ordinate.
Persino profumate, perché ogni parola ha un profumo diverso e tutte insieme hanno il profumo del bouquet della mia vita.
Scrivere magari per inventare una vita da indossare, tagliata su misura per la tua bulimia, come un vestito di sartoria.
Magari il pensiero scritto è perfetto per te, per lei, per chi lo legge distratto ma per altri è qualcosa che non si capisce, che va spiegato.
E quest'ultimo aspetto a volte ha fatto male, perché le parole fanno sempre male, specie se devono colpire e affondare.
Perché scrivo, io?
Perché mi piace tenere tutti insieme i miei ricordi, belli, brutti, quelli divertenti e quelli che provocano ancora oggi i crampi allo stomaco.
Ecco perché.
Sono io così, un po' coi piedi per terra, tanto, tantissimo coi pensieri in volo, perché in fondo è un volo ed un sogno anche la vita.
Scrivo adesso, ancora di più per fare vedere a chi non c'è che posso fare qualcosa di utile, qualcosa che agli altri può fare bene, persino piacere così, solo per scrivere e stare bene.
Scrivo, per stare bene.
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