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Cumuliformi

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È tempo di quarantena, di lunghe ore e infiniti giorni passati chiusi in casa, passati ad inventarsi qualcosa pur di fare passare il tempo. È un po' il tempo del silenzio, del distacco, e a volte è un distacco che non ti aspetti e nel tuo non poter fare nulla per cambiare le cose ti tuffi nei ricordi che tutto ti fa esplodere dentro. E ripensi a giornate passate a parlare di cielo, di nuvole, del brutto tempo che hai imparato da chi  ora è altrove, a vedere "un po' prima". "Ho aperto la finestra guardando verso ovest, in fondo, un punto qualunque nel cielo, dove guardavi anche tu. Ho guardato tutti gli angoli e immaginato cosa fare. Ho visto dei cumuliformi  sono le tue nuvole preferite. Le ho prese per te ma non le ho portate via. È tutto lassù. Le lascio dove puoi prenderle ancora, così. Cogli ciò che vuoi, quando vuoi. E lascia andare ciò che non vuoi."

Naso rosso

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Alcune volte non ti accorgi subito di quanto può essere bello semplicemente il conoscersi. Conoscere semplicemente gli altri per quello che sono, per quello che fanno per gli altri. È bello conoscere cosa c'è dietro un sorriso, uno sguardo, un pensiero. Non ti accorgi subito no, di quello che si cela dietro una persona ma lo scopri pian piano, disegnando una persona che sei contento di aver scoperto. "Ci sono nasi che sono rossi rossi come una fragola; che sono rosso un po' più acceso perché sono nasi che vivono appoggiati sopra sorrisi. Sorrisi che aprono una finestra su un cuori rossi. Ci sono cuori che sono grandi, così grandi, che sembrano due, per poter respirare più forte, come se ci fossero due persone. E sono cuori grandi che sorridono, ballano battendo, come fossero un tamburo. Sono rossi e colorati, il naso, il sorriso, il cuore perché li lego un filo sottile, che vibra dolce ad ogni respiro  che arriva su, in alto, e si veste da sorriso, appena sotto a dove abit...

Silenzio

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Quarantena. Isolamento. Virus. Parole già nostre, presenti nel nostro vocabolario ma per lo più inutilizzate; ora sono nel nostro personale ordine del giorno. Ci siamo scontrati con una realtà che pesa come un masso e abbiamo rispolverato termini scientici, duri, crudeli, paurosi. È il mondo che soffre e che ora è in ginocchio. L'Italia come l'Europa, gli Usa, l'Africa. Tutto il mondo, industrializzato o no che sia. Il coronavirus ci ha costretti a cambiare il nostro quotidiano e al silenzio. Un silenzio che opprime e sorprendente. Un silenzio che apre mille scenari. "Scrivo sul bordo del silenzio; osservo il lato opposto al mio, è tutto ovattato, quasi fosse un acquerello, definito ma incerto. Scrivo sul bordo del silenzio, dove adesso tutti fa rumore, anche un pensiero piccolo. È una nuova abitudine, strana ed incerta."

I Campi di Venezia

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Una passeggiata, semplicemente una passeggiata, osservando. Cosa? La Storia e i ricordi tutti attorno a te. Ricordi si, tanti e lontani, che si mescolano a quelli nuovi. Una passeggiata, una cosa semplice, di routine, bella. A Venezia, come un tempo. "Vorrei starmene ancora disteso a guardare il cielo che si muove, su uno qualsiasi dei Campi di Venezia, respirare l'odore del mare che tocca i muri quando alza la testa, guardare di traverso  i colori veneziani  che mi osservano dalle finestre. Osservano la mia ombra distesa sotto di me dentro uno qualunque dei Campi di Venezia."

Ali di farfalla

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Alla mamma piaceva la bicicletta, le lunghe escursioni in riva al fiume e le farfalle, quelle blu cobalto. Da piccolo non capivo, ora si; ora che la mamma non c'è più quelle piccole cose mancano più del previsto. "Sulla schiena mi cucio due ali di farfalla; le cucio piano, per non sentire dolore e provare a volare. Chiudo gli occhi e rivedo, non ripenso, rivedo, ora come allora io e te, tu davanti a me. I capelli lunghi li hai lasciati liberi  sotto il capellino. Muove svelto le mie gambe, sono piccole ma sono forti. Voglio solo avvicinarmi, non superarti, voglio starti vicino. Se mi metto dietro di te sento più forte il tuo profumo; sa di fiori e primavera. È lo stesso profumo del tuo sorriso. Il ricordo lo disegno, a penna così non posso sbagliare. Lo tengo fra le dita anche ora, mentre inizio a muovere le ali."

Zena, per me.

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La città del cuore, quella scoperta quasi all'improvviso, di fretta, che da subito ti conquista coi sapori, profumi, linguaggi, panorami. Cibo e anche lavoro. Un felice amarcord riporta a galla un sentimento che non ti ha mai lasciato. "Sei la mia città, quella nascosta, l'amante giovane che è diventata matura. Sei la mia città, mi conquisti ogni volta che torno, che non c'è nulla di più bello. E ogni volta torno al giorno in cui ti ho scoperta la prima volta  con tutta la tua luce a strapiombo sul mare e ti ho scoperta, giovane e amante. Cercavo una città che mi nascondesse la sua anima che non fosse facile scoprire, toccarla con mano. Sentire l'umido dei muri salati bagnare i vicoli bui. Ti ho seguito come donna capricciosa per gli stessi vicoli bui, arrivando al tuo cuore & al tuo mare. Quel mare che è luce, riflesso e vento; che ti sta davanti e ti protegge. Sei la mia città, un po' meticcia un po' randagia per i tanti cuori che ti abitano. Cuori ch...

Vorrei un'età che non ho più

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Tanti vorrei, senza certezze; un senso di crepuscolare nostalgia per il passato, rotolato così lontano dal presente da avere i contorni meno nitidi e i desideri più forti. Sono simili a tormenti, regolari, che seguono una loro ipotetica marea e tornano quando non te lo aspetti. "Vorrei che tu fossi vera, per una notte soltanto vorrei non fossi dentro un pensiero che si muove nella mia testa. Vorrei che la mia età fosse la stessa dei miei ricordi, che il mondo attorno a noi fosse leggero e nuovo, come lo era allora. Vorrei ancora avere qualcosa di tuo  da guardare quando piove, che fossi vera  in mezzo a pensieri finti. Vorrei avere un'età che non ho più."