Il signor G e il rossetto
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Il sorriso forse era più simile ad una smorfia; nonostante i tanti giorni passati, in mente rimanevano le parole, di lei, e la vergogna, sua. Il signor G lo aveva notato già altre volte, in altre situazioni, come fosse un riflesso incondizionato, inconsapevole. Un sorriso con una ruga vicino la bocca, a labbra serrate, quasi un ghigno. Anche se il signor G non aveva davvero motivo di ghignare. Ogni tanto si lasciava andare, fregava nel tempo quello strano riflesso e lasciava andare libero il sorriso. Il sorriso era quell'affascinante dettaglio che signor G osservava in chi gli parlava. Se incorniciato dal colore acceso di un rossetto il suo sorriso poteva vincere la vergogna e battere sul tempo il ghigno. Osservava. Anche quella sera lì. Quella sera lì però il ghigno era meno ghigno del solito. Si affievoliva parlando; ora era simile ad un sorriso sghembo. Osservava. Col silenzio di quel sorriso sghembo il signor G era sereno e avrebbe voluto dirle che indossava bene q