Il suo profilo sul colle

Lei c'è e non c'è, da molti anni. Ha vissuto poco, poche notti la tua vita. Eppure, ancora adesso c'è.
C'è perché la distanza, il distacco sono stati repentini, veloci, figli dei tempi, di diplomi di maturità, di obblighi di leva e stagioni estivi.
E di amori, presenti, vivi, precedenti. E poi?
L'abito lungo, bianco per lei, grigio per lui, un matrimonio con altre persone, con la convinzione che fossero quelle giuste. 
E poi ci sono tanti "e poi", i ricordi mai andati via, mai totalmente chiusi nel cassetto, anzi. Pronti a tornare a galla appena possibile. E a portare una scossa violenta, decisa.
E ti trovi a pensare ai giorni di Praga, a metà degli anni '90, la città che non vuoi scordare più, perché dentro ci trovi sempre lei, ogni volta.

"La musica arriva lontana
dalla stanza più lontana,
è solo un riflesso sonoro 
azzurrato.
La pelle si è mischiata,
ora è una sola;
è morbida e liscia, è mia.
Seguo col dito
la curva della schiena 
nuda..
il colle Petrìn è lo sfondo scuro dietro di lei,
le fa da tenda e scenografia nel buio sonoro della stanza...
respira, respiro con lei,
scorro il dito sulla curva della schiena,
cerco il tatuaggio, lo copro con la mano...
Il colle Petrìn si accende di un'alba arancione."


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