Una storia che vorrei raccontarti - terza parte
Terza parte
Gli occhi verdi.
Sgranati.
Il vecchio ripose il ricordo nel taschino della memoria e si fermò ad osservarli.
Erano di un verde acceso, lo stesso verde che hanno le colline quando le vigne sono pronte.
Li guardava stupito. Dentro di sé li conosceva già ma non ricordava di più.
"Cosa ti ricordi poi del tuo negozio?"
La ragazza si toccò una ciocca di capelli e si sistemò più comoda. Continuò a stringersi alle ginocchia.
Il negozio, già.
Il vecchio sorrise.
"Già, me ne stavo dimenticando, scusami. La mia età presenta alcuni effetti collaterali..."
Sorrisero entrambi.
"Lavoravo tanto, forse troppo ma non riuscivo a non farlo. Ed ero padre da poco."
La ragazza allargò un po'di più gli occhi grandi. Sorrise in maniera più seria e vedendo il vecchio in difficoltà gli posò la mano sulla spalla ossuta e leggermente cadente.
Il vecchio abbassò la testa, ancora di più, quasi a farla sparire fra le gambe.
Che si sentisse a disagio nel parlare?
"Va tutto bene? Se non ti va non preoccuparti, non lo devi fare per forza."
Il vecchio posò la sua mano ossuta su quella della ragazza.
Era morbida.
"Ero sposato ma non stavo bene. Sai, ho sempre avuto uno stile di vita un po'agitato. Troppo alle volte ma l'ho capito dopo sai?"
La mano rimaneva sulla spalla.
La testa rimaneva appoggiata sulle ginocchia.
Ascoltava.
"Ti dicevo che incontrai una ragazza del posto. Già, lavorava con me ed era sposato con un ragazzo anche lui del posto."
Sorrise amaro.
"Aveva dei bei capelli lunghi e gli occhi grandi e verdi. Io mi stavo separando e cercavo l'equilibrio fra lavoro e figlio...non era un momento facile."
La ragazza chiuse un po'gli occhi.
Il vecchio la guardò.
"Ho sete, forse sto parlando troppo, hai un po'di acqua?"
La ragazza si destò da tutti i suoi pensieri e dalla borsa prese una bottiglietta di acqua.
"Grazie, ne ho bisogno."
Bevendo osservò il pontile e l'ombra che si stava allungando verso loro.
Fra poco, pensò, l'estate riempirà questa sabbia, come sempre.
Il pensiero di quella spiaggia affollata lo catapultò indietro di anni, ad inseguire una ragazza dai capelli scuri e ricci che correva verso l'acqua, sollevando divertita ampi schizzi di acqua.
"Lavorava e si stava separando pure lei. Insomma eravamo un po' in crisi entrambi anche se lei non aveva figli."
La mano della ragazza sistemò il ciuffo candido e ribelle che di agitava col vento.
Vedeva che il vecchio respirava affannosamente.
"Vuoi un altro po'd'acqua?"
Il vecchio l'accettò senza esitazioni.
"Sai cosa successe poi? Che ci separammo entrambi e da persone libere ci innamorammo..."
Pausa.
Si fece nuovamente triste.
"È una cosa sbagliata, lo so, ma allora non mi importava molto, pensavo fosse tutto giusto.
Lo speravo."
Sospirò nuovamente, un po' più forte, un po' più dolorosamente.
Innamorarsi.
Il vecchio si grattò distrattamente gli occhi.
Qualcosa glieli faceva bruciare dietro le lenti spesse.
"Fra colleghi di lavoro non dovrebbe mai capitare di innamorarsi, ma a noi capitò."
Nuovamente una pausa.
Sentì ancora il cane abbaiare in lontananza. Stava giocando col suo padrone.
Kyra, pensò.
Guardò la ragazza che nel frattempo aveva disteso le gambe e si appoggiò sulle braccia. Aveva gettato la testa all'indietro lasciando un po'più liberi i lunghi ricci.
Aveva gli occhi chiusi.
"Vi siete innamorati qui vicino allora?"
"Credo di sì, comincio ad avere molta confusione in testa, e il cane un po'mi distrae...dovrebbe essere qui vicino però."
La ragazza si sistemò seduta, accarezzò la spalla cadente del vecchio con un gesto carico di affetto.
"Non avere paura. Non ho nessuna fretta e ti ho già detto che mi piace ascoltarti."
Si girò in modo da essere di fronte al vecchio e gli sorrise.
"Le volevo bene sai? Anche se non era facile. Io avevo un figlio e il tempo che avevo lo dedicavo a lui."
Sospirò.
Non era un argomento facile per nessuno da affrontare, né da far capire ad altri.
"Lei lo capiva, ma non sempre e io non capivo lei. Dopo l'estate e il mare e la separazione, lei tornò dalla sua mamma, addirittura in un'altra regione e passava con me il fine settimana."
"Riuscivi a seguire tutte le tue cose? Mi sembra che il tempo libero non fosse tanto."
Sorrise divertita, con gli occhi grandi fermi sul volto del vecchio, che annuì sorridendo silenzioso.
"La amavi molto?"
La domanda travolse il vecchio.
Che risposta doveva dare?
Era passato tanto tempo.
Ne era certo; il posto doveva essere questo, il tempo forse lo stesso di quando tutto cominciò.
Aveva poche altre certezze.
L'età gli aveva regalato tante distorsioni nei suoi ricordi.
L'amava?
Commenti
Posta un commento