Il Signor G e la bicicletta

Il signor G aveva la bicicletta. La usava per tutti gli spostamenti. Casa, lavoro, gite. La usava sempre e spesso ne usava una con un cestino, comoda, per appoggiare l'inseparabile zaino.
Usava la bicicletta perché era l'unico mezzo che possedeva e che poteva guidare non avendo la patente.
Perché?
Principalmente per paura, poi per massimo disinteresse ma il signor G non si era precluso mai nulla nella vita; viaggi, lavoro, vita di tutti i giorni.
Si era spostato ovunque uno degli aspetti sopracitati lo portasse, sempre andando e tornando.
L'altro aspetto della medaglia era il padre.
Suo padre e sua madre lo avevano cresciuto bene, bravissimi genitori ed esempi, senza patente. Senza auto, camion o qualsiasi altro mezzo a motore. E il signor G era padre a sua volta, contento di esserlo, con figli contento del proprio padre così com'era.
Con la bicicletta. E dove non poteva la bicicletta c'era un treno, un autobus, un traghetto.
Ogni tanto però il signor G doveva, chissà poi perché, affrontare lunghe disquisizioni sui perché e sui percome fosse sconveniente essere un genitore "spatentato". Rispondendo sempre a modo suo, idealmente facendo spallucce.
Ma nonostante tutto c'è stata un'occasione in cui la bicicletta ha regalato al signor G un inaspettato quarto d'ora di spensieratezza.

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