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Visualizzazione dei post da maggio, 2018

Una storia che vorrei raccontarti - quarta parte

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Quarta parte Amore. Più volte il vecchio si era chiesto cosa avesse voluto dire quella parola per lui. Aveva ricordato un passato troppo da viveur e forse tutto quello che era successo poi aveva avuto un suo senso, una speciale giustizia divina. Con un prezzo forse troppo esagerato. Si era più volte chiesto se aveva fatto sempre le cose giuste e spesso le risposte erano no. La ragazza riusciva a tranquillizzarlo anche in quel suo modo silenzioso di osservarlo. Le guardava gli occhi; gli occhi lo avevano colpito subito. Ricordavano il verde delle colline, le sue, una zona che conosceva bene. Erano il suo buen ritiro quando periodicamente la sua vita prendeva discese pericolose Dentro di quegli occhi trovava la forza di non far scendere piccole lacrime anche se era una battaglia dura. La sabbia cominciava ad essere un po'più fresca ma nessuno dei due dava segno di volersi alzare. Il vecchio posò nella sabbia la bottiglia d'acqua e cercò di rispondere alla domanda della

Una storia che vorrei raccontarti - terza parte

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Terza parte Gli occhi verdi. Sgranati. Il vecchio ripose il ricordo nel taschino della memoria e si fermò ad osservarli. Erano di un verde acceso, lo stesso verde che hanno le colline quando le vigne sono pronte. Li guardava stupito. Dentro di sé li conosceva già ma non ricordava di più. "Cosa ti ricordi poi del tuo negozio?" La ragazza si toccò una ciocca di capelli e si sistemò più comoda. Continuò a stringersi alle ginocchia. Il negozio, già. Il vecchio sorrise. "Già, me ne stavo dimenticando, scusami. La mia età presenta alcuni effetti collaterali..." Sorrisero entrambi. "Lavoravo tanto, forse troppo ma non riuscivo a non farlo. Ed ero padre da poco." La ragazza allargò un po'di più gli occhi grandi. Sorrise in maniera più seria e vedendo il vecchio in difficoltà gli posò la mano sulla spalla ossuta e leggermente cadente. Il vecchio abbassò la testa, ancora di più, quasi a farla sparire fra le gambe. Che si sentisse a disagio nel par

Una storia che vorrei raccontarti -seconda parte

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Seconda parte Il flashback può arrivare all'improvviso, forte come una scossa, acceso da una parola, un fatto, una canzone. Qualcosa. Che quando arriva è travolgente. Il cane. Il cane era un pastore tedesco femmina. Era il cane da guardia, quell'animale nel quale il vecchio da giovane si identificava: grande, robusto, fedele, pronto a difendere quando serviva. Ricordava bene quel cane. Ogni volta li separava solo la rete verde, che segnava il confine fra le due proprietà. Seduto sulla sabbia, ora il vecchio ascoltava il cane abbaiare in lontananza. Si chiedeva perché lo facesse. Per gioco forse, per rabbia. O per lanciargli quel ricordo ormai lontano. "La mamma e la nonna mi portavano sempre qui in estate. La mamma qui la conoscevano quasi tutti. Ci venivi anche tu?" Lo distrasse la ragazza, la sua voce. Ogni volta sicura e decisa. Eppure dolce. Il cane. Quel cane il vecchio, lo aveva visto e rivisto tante volte, nella sua casa, da solo. Era un particol

Una storia che vorrei raccontarti - prima parte

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È una storia un po' particolare, mia. La storia di errori miei ma non solo. Errori che mi hanno portato lontano da un affetto che sento tanto mio e che mi manca ogni giorno di più. È la storia di una rincorsa che ho solo immaginato e che spero in cuor mio non sia davvero così lunga. Prima parte Il vecchio avanzava a fatica sulla sabbia alta e disordinata. Sapeva di avere il respiro grosso e affannoso ma sapeva lui per primo di non potersi fermare. Avanti, in un posto che faticava a mettere a fuoco, sentiva chiaro il rumore delle onde. Rumore, soltanto il rumore. La schiuma che si spegneva a riva. La sabbia era alta e l'estate ancora un po' più avanti. Ogni tanto rallentava ancor di più il passo per godere della brezza marina sul viso. L'odore era di mare e di cielo e dietro, dietro la salsedine, il profumo. Il suo. E ogni respiro gli faceva bruciare gli occhi. Più forte del bruciore agli occhi era la voglia di arrivare a riva. Mentre il passo si faceva s

A spasso nel tempo

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C'è un castello Una collina che sale Sale verso l'alto Per dominare Quello che c'era e che ci sarà C'è un castello Che lascia rovine Muri e muffe e un pizzico di storia C'è un castello con dentro un bosco È un bosco con un castello intorno Pietre e travi e un bifora Oltre la bifora una città e in fondo il mare C'è un castello che resiste A due passi da qui Una scala che sale col muschio sotto le scarpe E un cimitero piccolo Che trattiene li vecchi abitanti C'è un castello Con la torre e l'orologio Che segnano il tempo

Auguri a tutte le Mamme

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Auguri, auguri a tutte le Mamme; a tutte le Mamme che danno il buongiorno con il sorriso, con il broncio, con il profumo del caffè attorno, col sapore dello zucchero sulle labbra.  Auguri a tutte le Mamme; che lavorano anche quando è festa, anche se non ne hanno voglia, e a tutte le Mamme che si emozionano. Auguri a tutte le Mamme; a tutte le Mamme che si emozionano quando aprono un regalo, quando quel regalo è speciale. È speciale perché è tutto per loro. Auguri a tutte le Mamme; quelle che corrono, che ridono, che preparano la pasta fatta in casa, che profumano di buono, che comprano un biglietto della lotteria. Auguri a tutte le Mamme; a quelle che ci sono sempre e comunque, che guidano veloci per non essere mai tardi. Auguri a tutte le Mamme; a quelle che preparano pranzo e cena, a quelle che sono nonne e zie e a quelle che ci mancano tanto perché le cose sono andate diversamente. Auguri Mamma.