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Visualizzazione dei post da marzo, 2019

Il Signor G e le donne

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O danno. Avventure, storie, una notte, qualche anno, ricami nella vita del signor G. Le donne sono sempre state importanti nella sua vita. Le ha conosciute presto, per sua fortuna, e non ha mai smesso di inseguirle. Ha pianto e riso, osservandole, vivendole, mettendo al mondo figli. Crescendoli. Ha rincorso donne per una notte, innamorandosene lo stesso, come fosse quella notte l'ultima della sua vita. Ha rincorso donne entrate nella sua vita all'improvviso, frutte del lavoro magari, di quegli incontri che entrano poi nell'orario di lavoro. Ha visto donne uscire dalla propria vita lasciando segni ben profondi, nel cuore e nell'anima. Donne che hanno seguito linee lontane da quelle del signor G. Il signor G ha amato tutte, sempre. Buttando all'aria un matrimonio, una convivenza, un paio di fidanzamenti. Non un gran curriculum ma al fascino femminile il signor G è da sempre succube. Donne. Il lato bello della vita del signor G, anche quando la donna era f

Il Signor G e la scrittura

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Lo scrivere. Pensieri, frasi, racconti. Qualsiasi cosa rappresenti un insieme di parole e punteggiatura. Concetti. Il signor G adorava farlo. Da sempre. Era un modo per comunicare, per vincere la timidezza che a dispetto del fisico, della stazza, era ben marcata in lui, soprattutto negli anni "obesi"della sua adolescenza. E delle vicissitudini a margine della propria vita. La cura? "Scrivi. Scrivi tutto quel che pensi." Un consiglio lontano nel tempo ma ben radicato nel signor G, che forse non aveva nessuna intenzione di lasciare andare via. Scrivere, su qualsiasi cosa a disposizione, su ogni cosa passasse per la propria vita. Non a tutti piaceva questo aspetto del signor G, anzi, spesso portava allo scontro, all'incomprensione e allo scontro, all'insulto. E il signor G si è sempre limitato a prendere atto e fare spallucce, annotando ogni cosa nel suo fidato quaderno rosso. Cosa scrive il signor G? Scriveva di se stesso, della propria vita, dei pr

Il Signor G e il lavoro

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"Lavori sempre!". "Lavori troppo!". "Abbiamo lavori che non coincidono!". Il signor G aveva bene impressa una lunga lista di lamentele di questo genere. Più o meno dall'estate del 1988, quando cioè il mondo del lavoro era entrato a far parte del suo mondo. Aveva preso contatto col mondo del lavoro partendo dal bancone di un bar. Scuola, alberghiera of course, e lavoro. Il fine settimana, l'inverno, l'estate. Più o meno tutte le feste e festività. È sempre con l'aperta ostilità della famiglia che non capiva perché "a Natale non ci sei mai". Però al signor G lavorare piaceva e pazienza se per anni ha fatto un po' lo zingaro e ne ha approfittato per vedere un po' di mondo. Pazienza se aveva evitato di farsi coinvolgere dai sentimenti; voleva vedere il mondo, lavorare e divertirsi. Barman, voilà la parola magica. E da quel momento il lavoro del signor G le compagne di vita lo hanno sempre sopportato, mai accettato.

Notturno

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Inizia notturno. Il desiderio di cucirsi addosso solo il silenzio. Delle cose, delle persone. Niente rumori. Solo il respiro leggero e il rumore velato degli occhi che osservano il buio. Inizia notturno. L'abito su misura è un silenzio cadenzato che svuoti e riempi con nuove cose, che toccano le vecchie, che le sovrastano, che ti prendono. Inizia notturno. Dentro la notte che contiene tutto

Il Signor G e l'ombrello

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Ci sono oggetti che coinvolgono molto più di quanto dicano in realtà. Come un ombrello ad esempio. L'ombrello lo cerchi quando piove, quando un acquazzone ti coglie all'improvviso e vivendo in Friuli, non esattamente la più asciutta delle regioni, al signor G capitava spesso di venderne. Anche uno dopo l'altro, continuamente, se le giornate lo necessitavano. Capitava spesso come detto, e spesso da dietro gli occhiali da miope il signor G una battuta a chi lo acquistava la faceva sempre. Indole. Carattere. Modo di fare. Nulla di eclatante in fondo. Un modo come un altro per lavorare con le persone senza essere ingessati e immobili. Nella ressa degli acquisti un giorno particolare il signor G osservò un acquisto più di un altro. Il caso, i particolari. Chissà. Al signor G in quel momento capitò un ombrello più colorato di altri. Lo osservò. Chi entra in un giorno di pioggia a comperare un ombrello può volere solo quello, nient'altro. A volte. Può capitare che l

Il Signor G e la bicicletta

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Il signor G aveva la bicicletta. La usava per tutti gli spostamenti. Casa, lavoro, gite. La usava sempre e spesso ne usava una con un cestino, comoda, per appoggiare l'inseparabile zaino. Usava la bicicletta perché era l'unico mezzo che possedeva e che poteva guidare non avendo la patente. Perché? Principalmente per paura, poi per massimo disinteresse ma il signor G non si era precluso mai nulla nella vita; viaggi, lavoro, vita di tutti i giorni. Si era spostato ovunque uno degli aspetti sopracitati lo portasse, sempre andando e tornando. L'altro aspetto della medaglia era il padre. Suo padre e sua madre lo avevano cresciuto bene, bravissimi genitori ed esempi, senza patente. Senza auto, camion o qualsiasi altro mezzo a motore. E il signor G era padre a sua volta, contento di esserlo, con figli contento del proprio padre così com'era. Con la bicicletta. E dove non poteva la bicicletta c'era un treno, un autobus, un traghetto. Ogni tanto però il signor G dove

Il Signor G e il ginseng

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Il signor G non beve alcolici se non per qualche ricorrenza cui valga la pena chiudere un occhio. Tolte le nascite dei figli o nipoti, e constatando che questi sono quasi grandi ormai, non rimangono molte altre occasioni per brindare. Il signor G adora il caffè. Il caffè forse adora il signor G. Si frequentano da anni ormai, nel rispetto reciproco. Il signor G adora il caffè "di caffettiera" la mattina appena alzato. Ne adora il profumo, la tostatura che riporta al bruciato e il rumore "fastidioso" della caffettiera stessa. Poi c'è il primo caffè al bar sotto casa, quello di fiducia, e successivamente, arrivato in città per il lavoro o per divertimento, un pellegrinaggio fra i locali soliti ormai. E il signor G ha imparato con gli anni a non esagerare con la caffeina e a mischiare i vari tipi di caffè. Orzo, deca e ginseng, l'ultimo arrivato fra i surrogati di tendenza. Però... Però l'ultimo, il ginseng, non è così facile da trovare buono, almeno

Il Signor G

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Il signor G è una persona come tante altre, coi vizi e i difetti di ogni uomo. Nonostante ciò, vive. Vive la sua vita meglio che può, per non avere rimpianti, rimorsi, per non lasciare nulla alle spalle. Il signor G passa fra la gente, vi si muove a proprio agio. Vive in fondo. Alcune cose come fossero le ultime, come se il domani non esistesse. È un tratto del suo carattere. Perché signor G? Perché mi chiamo G e qualcosa e perché Gaber lo adoro e un titolo così bello non potevo non prenderlo in prestito. Il signor G siamo tutti, c'è solo chi non lo sa, chi finge di non esserlo e chi lo esterna apertamente. Ecco, queste sono le differenze. Pensandoci e pensandomi, ho rivisto gli ultimi sprazzi di vita e "mi è garbato molto" scriverli così, schizzati e appuntati, in velocità, come son venuti fuori. Frammenti brevi di vita, del signor G.

Kawaii story pt2

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Kawaii story pt3

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Kawaii story pt1

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