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Visualizzazione dei post da 2018

La mia mano sul suo petto

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Cosa rimane? Poco, molto poco ma comunque qualcosa di bello. Qualsiasi cosa fosse è finito nella scatola dei ricordi, ormai, con le parole, i disegni e piccoli oggetti che ti riportano là. In un posto non tangibile, dove i ricordi vanno avanti comunque. È là che ti senti bene, nonostante tutto e nonostante la fine di quella che era una grande illusione e nulla più. "Siamo seduti schiena contro schiena non ci guardiamo solo le anime dentro di noi si toccano ancora sono mani nelle mani... mi fermo ti guardo, da dentro una foglia... Silenzi, lunghi... ascolto ancora canzoni che non conosco e disegno figure che vorrei ancora ... ci sono segni e graffi che vorrei lasciare e domande lasciate per questa notte, anche se ora non piove... Vorrei che tu ti accorgessi di quanto ti manca la mia mano sul tuo petto."

Questa cosa qui

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A volte ti senti tratto in inganno dai tuoi sentimenti. Uno sbaglio, un errore, una sensazione che pareva poterti portare da un'altra parte ed invece ti lascia fermo immobile a pensare che forse tutto è stato fatto e non è servito a nulla. Che tutto è fermo e il sentimento invece ancora c'è. "E poi... ...c'è questa cosa qui che non so bene cosa sia; se sia un amore un amore sbagliato. Una storia senza senso... Quasi a senso unico. Unico come uno sguardo il suo... così particolare e bello. E negli scontri che incontri cerchi di ritrovare un senso Quel qualcosa che dia un senso all'insensato.. che ormai tutto ti sfugge di mano e ti senti un po'più gelato, come ghiaccio che non si scioglie... Questa cosa qui che non sai cosa sia e che non sai dove ti porterà a scaldarti..."

Quando il cielo esplode

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Osservi il cielo al rientro a casa; osservi le montagne, le nuvole e ne osservi innamorato il colore, così vivo, così acceso, così uguale a Lei. "Quando il cielo esplode Esplode all'ora del tramonto Un tramonto coi suoi colori Colori accesi Colori vivi Vivi come siete voi assieme Assieme A dividere una notte che si ferma presto Che non arriva all'alba Che ti incendia cuore e anima Quando il cielo esplode Esplode in tutta la sua bellezza Rossa Arancione Tiziano Fuoco Che è tutto in Lei."

Disegno

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Quando di lei ti manca tutto, anche quando fra di voi c'è vivo il legame, come puoi dimostrare che il tuo pensiero corre da lei in ogni attimo? Col disegno, con la matita e i colori. "Disegno gocce di pioggia su carta Così finisce prima e torna il sole Se mi sento solo e tu non ci sei disegno un albero una foresta e una montagna che sei tu che sei enorme da affrontare Disegno ancora e sempre disegno quello che so fare e ci metto te ci metto la pioggia che lava via tutto Disegno..."

Ti va se...

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Ti va se... niente di più, niente di meno. Tutto quello che in una storia particolare passa nello sguardo, nei tocchi, nel sentirsi uno e l'altro. "Ti va se... Ti porto la cioccolata Che poi ti viene la fossetta sulla guancia? Ti va se... All'improvviso un mattino Ti mando dei fiori a scuola? Ti va se... Corro anche se piove E dentro la nuvola vengo da te? Ti va se... Appoggio ancora una volta La mia mano aperta Suoi tuoi seni? Ti va se... Bevo un altro caffè Solo se me lo prepari tu? Ti va se... Ti abbraccio Mi addormento E ti sveglio con un tocco E ti stringo più forte? Ti va se... Ti guardo Ti ascolto Rido con te? Ti va se... Domani partiamo anche se piove Se ti avvolgo fra i colori di un tappeto? Ti va se... Ora non parlo e ti do un bacio?"

Ti porto a vedere le stelle

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Ci sono situazioni che non ti aspetti, che nascono all'improvviso senza che tu le consideri proprio. Nascono così, all'improvviso in mezzo a tanti a gente che neanche vedi. Vedi la luce di due occhi che ti guardano e che ti passano tutta l'elettricità nell'aria. Decidi tu, decide lei, che si può viverla, fino in fondo. "l'amore arriva che non te lo aspetti arriva che vive di vita propria Chiuso in una storia Che si chiude In una frase L'amore C'è è sempre presente in tutte le cose In una frase ...ti porto a vedere le stelle!... e si va di notte Quando tutto è buio Quando tutto è montagna..."

Se ti dicessi...

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Si incrociano sguardi, strade, vite. Si incrociano sentimenti e convinzioni. Orgogliosamente feriti, proviamo ad andare avanti nell'auto convincimento che nulla esiste più, che nulla è successo. Ma non serve molto tempo per capire che il tempo non è andato avanti per nulla. "E se ti dicessi che vivo meglio senza di te, che non mi manca nulla di quel che sei, che la mattina è meglio così, da solo. Senza sorrisi che mi scaldano il cuore e il caffè, senza musica o abbracci. Se ti dicessi che non penso a te, non scrivo più nessun pensiero, non ricordo più il tuo nome. Che sotto la doccia penso al giorno che verrà, che tutto mi scorre addosso come l'acqua. Che non ricordo nulla di quello che c'è stato perché non c'è stato nulla da ricordare. Se ti dicessi che ti saluto senza farci molto caso, che la strada per casa tua non la ricordo nemmeno più. Se ti dicessi che il tempo non guarisce bene le ferite..."

La mia casa in un lago

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Ci sono luoghi dove ti senti un po'più te stesso che altrove. Posti che diventano un patchwork di immagini che disegnano il tuo ideale "posto delle fragole". Il mio è un po' più a nord di casa mia e si riflette sulle acque scure e fresche del lago di Cavazzo, il posto dove mi sento io . "dove cade l'ultima neve dove il lago scompare ai tuoi occhi dove gli alberi odorano di resina dove i tuoi passi sono silenziosi dove il respiro è umido dove l'occhio si inganna ed è tutto bianco dove canoe si incrociano e l'acqua è più fredda dove nascono cascate che poi si nascondono dove gli alberi hanno nomi sconosciuti dove le case sono basse e profumano di legno dove la strada è una sola e vola basso il germano reale dove mi tuffo fra le carpe e il pane dove il canneto copre e nasconde dove il nido è protetto dove il freddo arriva da dietro l'ansa dove si incrocia lo sguardo con la vetta dove cade l'ultima neve dove il lago diventa casa

Tu...nelle piccole cose

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I giorni passano veloci, svelti, cambiano come le stagioni e la domanda rimane sempre la stessa? Quanto vero è stato quello che hai provato? La risposta è dentro, come giusto che sia, ma sai da solo che "quell'amore grande" è rimasto lì dove era cresciuto. E che faticherai ancora molto per lasciarlo andare via. "Sei lì... so che ci sei nelle piccole cose attorno a me nell'angolo più nascosto del mio cuore... aspetti il buio ed esci... Ascolti i miei pensieri e torni, e sai quello che voglio e sai quello che mi manca e sai che vivi lì... nell'angolo più nascosto dove fatico a trovarti anche io ma so che ci sei. Rispondi agli appelli delle notti insonni per consolarmi a modo tuo, forse, magari, non lo so bene neppure io. Sei lì... che mi manchi ancora un po' e ancora un po' sarà così e tu vivrai nel tuo angolo più nascosto che non lo so neppure io..."

Piove sulle vigne

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Riflessioni sui riflessi della pioggia sulle vigne ormai pronte alla vendemmia, con settembre ad un passo soltanto. E si riflette su quanto veloce sia passato l'ultimo anno. "Piove di nuovo finalmente Piove sulle vigne già pronte Un altro anno è passato a scandire tutto il tempo ...dal seme alla foglia il vitigno è cresciuto Piove ancora sulla collina che l'uva è pronta A settembre... a girare le botti che il legno si impregni anche se piove sulla vigna dentro settembre che porta l'autunno."

Guardami

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Ogni tanto bussa il bisogno di correre a rifugiarsi dentro sguardi che sono abbracci, che ti avvolgono e ti fanno star bene. Anche se il tempo è passato e ha lasciato dietro di sé ricordi impalpabili. "Guardami Guardami più forte Urla il tuo sguardo Da togliermi il respiro Senza esitare Come fossi mare Agitato di calma Guardami Ancora Come se Tutti questi giorni Non fossero passati mai."

Una storia che vorrei raccontarti - tredicesima parte

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"Scusa.." La ragazza si spostò da quella posizione e tornò a sedersi diritta, senza staccare la spalla da quella del vecchio. Si voltò a guardarlo, per accorgersi che lui la fissava a sua volta. Gli sorrise. Dietro le lenti gli occhi dell'uomo si erano fatti piccoli, studiosi. Colsero in un istante il luccichio, bè afferrarono il movimento, semplice e repentino. La luce del lampione stava battendo su qualcosa. Il vecchio voleva capire a tutti i costi, cercare una pista giusta nella sua memoria ballerina. Superare la fatica del ricordo, quando l'età è un ostacolo troppo difficile. "Ti ho cercato perché è passato tanto tempo e ne sentivo il bisogno. Ora sono libera." Appoggiò il mento sulle mani, sentendosi improvvisamente vuota. Lo sguardo del vecchio era perplesso. Lei era forza e delicatezza, era un'esplosione di riccioli, era profumo di sabbia di mare, era un ricordo che non si lasciava prendere. "Aiutami a capire, perché da solo non

Una storia che vorrei raccontarti - dodicesima parte

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La mano sui capelli. La lasciava lì ad accarezzarli. Lei non voleva spostarsi. I pensieri correvano. La vita gli aveva offerto una seconda occasione e l’aveva sfruttata con fatica, organizzandosi al meglio. Se qualcuno gli chiedeva come avesse fatto , esaltava i meriti della sua buona agenda. Aggirare discorsi poco piacevoli con l’ironia era una sua abitudine, un atteggiamento consueto di cui spesso i figli sorridevano. Tante volte aveva desiderato di poter riunire tutti, in occasione delle festività segnate in rosso sul calendario, per trascorrere il tempo insieme, con leggerezza e allegria, gustando i piatti delle mamme e delle nonne. Per debolezza, per cattiveria altrui, quelle riunioni familiari erano rimaste un sogno, che ancora adesso, di tanto in tanto, faceva capolino, nelle ore lunghe e sempre uguali. Sentì i riccioli sottili scivolargli dalle dita quando la ragazza sistemò nuovamente la testa sulla sua spalla. Ogni momento di quella giornata aveva scavato ricordi lon

Una storia che vorrei raccontarti - undicesima parte

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Il vecchio estrasse dalla tasca il pettinino e iniziò nuovamente a suonarlo. Le lacrime inondavano il viso della ragazza, ma le indossava quasi contenta. Si asciugò gli occhi e, saltellando sulla panchina, si avvicinò all'uomo. Il vecchio rimase sorpreso nel sentire che una cascata di riccioli si appoggiava sulla sua spalla ossuta. Il tramonto avanzava pigro, sfumava lentamente nella sera accogliendo i loro sguardi. La ragazza respirò piano e abbassò le palpebre, mentre correva rapida dove il ricordo la stava aspettando. La scatola. Grande, di cartoncino colorato. Era decorata con disegni originali, non stampati. Da adolescente li aveva guardati con curiosità, ma sua madre l'aveva rimproverata, usando per la prima volta un tono severo. Da allora quella scatola chiusa era stata la sua compagna silenziosa. La curiosità si era ritratta, ubbidiente. Poi la lettera. La sorpresa, l'emozione. "Sono passati tanti anni, tante feste, tanti compleanni che a modo sol

Una storia che vorrei raccontarti - decima parte

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"Salutai il mio arancione più piccolo e guardai." Le stelle negli occhi verdi si fecero più numerose, più grandi, come fossero ferme lì da tanto tempo. "Guardavo la sua auto azzurra che si allontanava, cercavo inutilmente tracce di arancio attorno a me." La ragazza si era di nuovo rannicchiata su se stessa. La bocca  mordeva nervosa la manica della maglietta, i riccioli lasciavano ben visibile solo la punta del naso. Il vecchio sorseggiò, sul petto gli cadde un po' d'acqua, a confondersi con le lacrime che cadevano piano dal mento. "Mi sono ritrovato solo, a respirare in ogni stanza il loro profumo..." Lo disse tutto di un fiato, stringendo forte la bottiglia di plastica. La ragazza drizzò la schiena all'improvviso, come se qualcosa l'avesse fatta scattare. Senza asciugarsi il viso guardò il vecchio. "Loro?" chiese, facendo brillare il verde dei suoi occhi. Il vecchio strinse le labbra e annuì. Lasciò le domande ferme

Una storia che vorrei raccontarti - nona parte

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Il vecchio asciugò la lacrima. Sapeva che lei aveva visto la sua difficoltà. Sentiva, posati sulla sua anima, quegli occhi verdi. Grandi, curiosi, allegri. Lo scrutavano ad ogni respiro. "Le tue domande. Sembri custodirle da tanto tempo." La ragazza chiuse un po'gli occhi e il vecchio percepì la sua esitazione, ma rimase in silenzio. "Forse è così..." Rispose. "Sono uscite all'improvviso, quando non me lo aspettavo. Credo di averle avute dentro da sempre." Sospirò. "Quasi sempre." Il vecchio fissò la ragazza. "Cosa intendi dire?" Chiese aggrottando la fronte. Il tempo, si dice, è galantuomo. Era ora, forse, che intervenisse a sistemare ogni cosa. Entrambi sapevano che nulla di quanto detto era superfluo, che tutto stava uscendo così come doveva. Senza timori né filtri. Il vecchio si massaggiò il collo,  come quando si preparava a dire qualcosa di importante. La ragazza si alzò in piedi. Abbracciandosi, cercò

Una storia che vorrei raccontarti - ottava parte

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Le domande. Lo colpivano sempre vicino al cuore. Inevitabilmente. In quella lunga giornata aveva parlato tanto, come da anni non gli capitava. Neanche con i figli si era mai rivelato fino a quel punto. "Si, me la sono sempre cavata bene col disegno...anche con le parole, sai?" Glielo disse inclinando un po'il capo, con un gesto quasi fanciullesco. Lei non rispose. "Per tanto tempo ho sperato di diventare uno scrittore, ma la vita ha tenuto il sogno nel cassetto. Talvolta penso non sia stato un errore..." La ragazza si spostò dagli occhi un lungo ricciolo e riprese ad ascoltare. Il volto dell'uomo le apparve allora malinconico e gentile. Aveva l'aspetto di un nonno, forse lo era, con quel sorriso quasi privo di denti. Per un attimo lo vide la mano ossuta, quasi a indicare un punto imprecisato nel mare che stava vestendosi da notte. "Ti ho detto che mi sentivo bene... Per tutto quel tempo mi sono sentito un padre, come lo era il mio."

Una storia che vorrei raccontarti - settima parte

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Due arancioni. Lo stesso colore. La stessa intensità ma con sfumature tanto diverse da poterli vivere separatamente. Sembrava strano ma era veramente così. Suo padre. Sempre in ordine, impeccabile, anche quando il vento scompigliava i capelli. In questo ricordo si era perso il vecchio, ascoltando il pettinino di osso che suonava. A un tratto lo ripose nel taschino della camicia. Nello stesso istante arrivò la mano della ragazza a spettinarlo, di nuovo, rapida come il dispetto di una bambina. E assieme, la sua risata. Rise anche lui, trascinato in quell'improvviso momento di serenità. "Non mi sono mai piaciuti i capelli in ordine. Quando sono un po' lunghi bisogna lasciarli liberi di andare." Arancione. Due. Tonalità diverse, una oscurava l'altra. "Perché mi hai seguita qui al mar senza pensarci? Avrei potuto portarti in qualunque altro luogo..." Era vero. Eppure la sua risposta positiva era stata immediata. Gli era bastato guardarla per

Una storia che vorrei raccontarti - sesta parte

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Tutto. In quelle cinque lettere racchiudeva quello che aveva provato. Ora gli anni passati erano tanti che quasi non ne ricordava il numero esatto, eppure un angolo nascosto del suo cuore continuava a fare male. Tutto. "Iniziai a rifiutare anche il colore che tanto mi piaceva..." Sorrise amaro, toccandosi la nuca. Lei lo fissò. Silenziosa e serena come sempre. Il vecchio notò che la ragazza aveva incrociato le gambe, come a voler meditare. Lo sguardo era fisso su di lui. "Cosa intendi dire? Avevi paura del nero? O l'arancione non ti piaceva più?" Il vecchio annuì col capo. "Mi faceva paura, l'arancione...aprivo la porta e mi colpiva ma era come una tela dipinta a metà, graffiata..." Nuovo sospiro. La mano sulla sua. Morbida. Ancora. Il vecchio di chiese che lavoro facesse la ragazza, quale fosse la sua vita oltre i confini di questa giornata, di questa spiaggia. Ripensò alla sua visita inaspettata, ai lunghi capelli ricci arrivati

Una storia che vorrei raccontarti - quinta parte

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Trascurarla. Questa era stata, forse, la colpa maggiore del vecchio. O almeno, era questa la conclusione a cui lui era arrivato nel corso degli anni. Dopo che tutto era ormai accaduto. Tante domande solitarie, sotto la doccia, tornando a casa con l'ultimo autobus, semplicemente perché tornare non aveva più senso. Adesso, mentre si reggeva al braccio di quella ragazza così bella, il vecchio tornava ad episodi ormai lontani. Si fermò un solo istante, osservò il canneto vicino al pontile. L'indomani il beccaccino sarebbe stato in grado di procurarsi il cibo da solo? E il suo pulcino, quando l'aveva fatto? E poi? Tante cose non sapeva. Una vita intera, ormai. "Vuoi fermarti ancora un po'?" " No, grazie. Ripensavo al beccaccino e al mio pulcino. Sai, tanti anni fa ne avevo uno tutto mio, ma non ho avuto il tempo di insegnarli a cacciare le vongole..." La ragazza gli accarezzò il braccio. Ripresero il cammino e il racconto. "Penso di av

Luce

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Succede, la cerchi in mezzo al verde, dietro gli alberi... sai che è lì, dietro le chiome e ti scalda... anima e cuore come fosse una cosa sola ed è allora che succede, che scoppia la luce, che ti scalda...

Una storia che vorrei raccontarti - quarta parte

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Quarta parte Amore. Più volte il vecchio si era chiesto cosa avesse voluto dire quella parola per lui. Aveva ricordato un passato troppo da viveur e forse tutto quello che era successo poi aveva avuto un suo senso, una speciale giustizia divina. Con un prezzo forse troppo esagerato. Si era più volte chiesto se aveva fatto sempre le cose giuste e spesso le risposte erano no. La ragazza riusciva a tranquillizzarlo anche in quel suo modo silenzioso di osservarlo. Le guardava gli occhi; gli occhi lo avevano colpito subito. Ricordavano il verde delle colline, le sue, una zona che conosceva bene. Erano il suo buen ritiro quando periodicamente la sua vita prendeva discese pericolose Dentro di quegli occhi trovava la forza di non far scendere piccole lacrime anche se era una battaglia dura. La sabbia cominciava ad essere un po'più fresca ma nessuno dei due dava segno di volersi alzare. Il vecchio posò nella sabbia la bottiglia d'acqua e cercò di rispondere alla domanda della

Una storia che vorrei raccontarti - terza parte

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Terza parte Gli occhi verdi. Sgranati. Il vecchio ripose il ricordo nel taschino della memoria e si fermò ad osservarli. Erano di un verde acceso, lo stesso verde che hanno le colline quando le vigne sono pronte. Li guardava stupito. Dentro di sé li conosceva già ma non ricordava di più. "Cosa ti ricordi poi del tuo negozio?" La ragazza si toccò una ciocca di capelli e si sistemò più comoda. Continuò a stringersi alle ginocchia. Il negozio, già. Il vecchio sorrise. "Già, me ne stavo dimenticando, scusami. La mia età presenta alcuni effetti collaterali..." Sorrisero entrambi. "Lavoravo tanto, forse troppo ma non riuscivo a non farlo. Ed ero padre da poco." La ragazza allargò un po'di più gli occhi grandi. Sorrise in maniera più seria e vedendo il vecchio in difficoltà gli posò la mano sulla spalla ossuta e leggermente cadente. Il vecchio abbassò la testa, ancora di più, quasi a farla sparire fra le gambe. Che si sentisse a disagio nel par

Una storia che vorrei raccontarti -seconda parte

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Seconda parte Il flashback può arrivare all'improvviso, forte come una scossa, acceso da una parola, un fatto, una canzone. Qualcosa. Che quando arriva è travolgente. Il cane. Il cane era un pastore tedesco femmina. Era il cane da guardia, quell'animale nel quale il vecchio da giovane si identificava: grande, robusto, fedele, pronto a difendere quando serviva. Ricordava bene quel cane. Ogni volta li separava solo la rete verde, che segnava il confine fra le due proprietà. Seduto sulla sabbia, ora il vecchio ascoltava il cane abbaiare in lontananza. Si chiedeva perché lo facesse. Per gioco forse, per rabbia. O per lanciargli quel ricordo ormai lontano. "La mamma e la nonna mi portavano sempre qui in estate. La mamma qui la conoscevano quasi tutti. Ci venivi anche tu?" Lo distrasse la ragazza, la sua voce. Ogni volta sicura e decisa. Eppure dolce. Il cane. Quel cane il vecchio, lo aveva visto e rivisto tante volte, nella sua casa, da solo. Era un particol

Una storia che vorrei raccontarti - prima parte

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È una storia un po' particolare, mia. La storia di errori miei ma non solo. Errori che mi hanno portato lontano da un affetto che sento tanto mio e che mi manca ogni giorno di più. È la storia di una rincorsa che ho solo immaginato e che spero in cuor mio non sia davvero così lunga. Prima parte Il vecchio avanzava a fatica sulla sabbia alta e disordinata. Sapeva di avere il respiro grosso e affannoso ma sapeva lui per primo di non potersi fermare. Avanti, in un posto che faticava a mettere a fuoco, sentiva chiaro il rumore delle onde. Rumore, soltanto il rumore. La schiuma che si spegneva a riva. La sabbia era alta e l'estate ancora un po' più avanti. Ogni tanto rallentava ancor di più il passo per godere della brezza marina sul viso. L'odore era di mare e di cielo e dietro, dietro la salsedine, il profumo. Il suo. E ogni respiro gli faceva bruciare gli occhi. Più forte del bruciore agli occhi era la voglia di arrivare a riva. Mentre il passo si faceva s

A spasso nel tempo

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C'è un castello Una collina che sale Sale verso l'alto Per dominare Quello che c'era e che ci sarà C'è un castello Che lascia rovine Muri e muffe e un pizzico di storia C'è un castello con dentro un bosco È un bosco con un castello intorno Pietre e travi e un bifora Oltre la bifora una città e in fondo il mare C'è un castello che resiste A due passi da qui Una scala che sale col muschio sotto le scarpe E un cimitero piccolo Che trattiene li vecchi abitanti C'è un castello Con la torre e l'orologio Che segnano il tempo

Auguri a tutte le Mamme

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Auguri, auguri a tutte le Mamme; a tutte le Mamme che danno il buongiorno con il sorriso, con il broncio, con il profumo del caffè attorno, col sapore dello zucchero sulle labbra.  Auguri a tutte le Mamme; che lavorano anche quando è festa, anche se non ne hanno voglia, e a tutte le Mamme che si emozionano. Auguri a tutte le Mamme; a tutte le Mamme che si emozionano quando aprono un regalo, quando quel regalo è speciale. È speciale perché è tutto per loro. Auguri a tutte le Mamme; quelle che corrono, che ridono, che preparano la pasta fatta in casa, che profumano di buono, che comprano un biglietto della lotteria. Auguri a tutte le Mamme; a quelle che ci sono sempre e comunque, che guidano veloci per non essere mai tardi. Auguri a tutte le Mamme; a quelle che preparano pranzo e cena, a quelle che sono nonne e zie e a quelle che ci mancano tanto perché le cose sono andate diversamente. Auguri Mamma.

Gli occhi del Comelico

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Ci sono occhi che parlano, in silenzio... sono occhi scuri, profondi sono occhi grandi. Che hanno dentro un mondo; che portano impressi un luogo ...che non conosci... come etichetta di una vita. Hanno il riflesso giallo dei monti quando è autunno e assieme il verde dei pini, anche quando l'inverno fatica ad andare. Descrivono un salto nel passato e la passione di oggi; sono occhi scuri nascosti dai ricci racchiusi in uno sguardo... sono occhi che a guardarli ti vestono l'anima Quando è inverno.